Quando si tratta di debiti, è naturale che nessuno voglia accollarsi quelli degli
altri, tanto più se il debitore pare avere le mani bucate. In sintesi è questo
il motivo principale per l'ostracismo dei Paesi del Nord Europa, e della
Germania in particolare, nei confronti dei cosiddetti Eurobond, intesi quali
veri e propri titoli di debito pubblico comunitario, destinati a sovvenzionare
i risultati negativi di "avventate" politiche economiche nazionali.
Negli
ultimi tempi i rappresentanti dei singoli Stati della Comunità Europea si sono
dati molto da fare per accordarsi su strumenti condivisi di
"salvataggio" dei Paesi più indebitati, stando molto attenti, però, a
non rimanere direttamente coinvolti nelle situazioni debitorie altrui.
Al
tempo stesso si fa un gran parlare di
affiancare il risanamento dei bilanci ad adeguate misure destinate alla
crescita, senza le quali rischiamo di veder precipitare la nostra vecchia Europa verso una povertà
totale.
Le
misure destinate alla crescita, però, presuppongono investimenti, che nessuno
Stato europeo seriamente indebitato (e non soltanto il nostro) può permettersi di fare, indaffarato com'è a tagliare
ovunque spese per pagare interessi sempre più esosi (ma sì, diciamo pure da
usurai!) per i propri titoli del debito pubblico.
Perché,
allora, non destinare alla crescita, e soltanto a quella, l'emissione di
specifici Eurobond, ovvero di Eurobond "plus", come li abbiamo
chiamati (ma il nome ha poca importanza), finalizzati a finanziare soltanto la ricerca di alto livello in
ambito comunitario?
Sappiamo
già che nessuno Stato della CE è in grado di competere con i Paesi orientali per quanto riguarda la
produzione di beni di largo consumo e di
livello medio basso a costi bassissimi.
Possiamo
essere, però, molto competitivi per quanto riguarda la ricerca scientifica di
alto livello, in tutti i campi. Perché non sfruttare da subito, e meglio di quanto è stato fatto finora, queste
potenzialità, questa preparazione scientifica di alto livello, anche se i risultati potrebbero non essere visibili nel breve
periodo?
Unire
le forze a livello comunitario per incentivare la ricerca significherebbe,
infatti, fornire all'Europa quella marcia in più (da qui l'appellativo che abbiamo usato di "Eurobond plus") che le consentirebbe di creare nuove occasioni di lavoro,
occupando spazi difficilmente aggredibili da una produzione basata su beni
indistinti, di bassa qualità e realizzati con manodopera generica.
A
nostro avviso è da combattere una certa visione miope dell'attuale congiuntura
finanziaria, che anziché impegnarsi per creare occasioni di lavoro, si illude di risolvere i problemi economici del Paese
spingendo i giovani ad accettare lavori non consoni al proprio titolo di
studio, mal pagati, di durata incerta e senza alcuna crescita professionale,
ovvero a mortificare la professionalità di lavoratori esperti con licenziamenti
facili, tagli degli emolumenti e collocamento arbitrario nel limbo delle varie
casse integrazioni, comunque denominate, o ancora puntando sull'outsourcing semplicemente per poter gestire privatamente attività finora espletate in ambito pubblico, ma senza
alcuna attenzione all'efficienza, all'efficacia ed alla qualità ottimale del
risultato, come abbiamo purtroppo già sperimentato negli ultimi anni.
Anziché
indirizzare i giovani verso esperienze demotivanti e dequalificanti, anziché
avviare una sorta di lotta generazionale o territoriale finalizzata alla
spartizione degli scarsi "bocconi" residui, anziché spingere tutti ad
adeguarsi ad un livello lavorativo sempre più scadente, mal pagato e precario,
perché non utilizzare i nostri soldi (vale a dire quelli pagati con le nostre tasse e
gestiti dai nostri Governi) per dare a tutti noi,
popolo europeo, la speranza di un futuro costruito insieme, con gli sforzi, la
buona volontà, le capacità e quindi anche i soldi di tutti?
Non
si costruisce un'Europa unita sottolineando le reciproche differenze, scaricando l'uno
sul'altro le colpe vere o presunte di ciascuno, e nemmeno affamandoci tutti
allo stesso modo.
Una
Nazione si costruisce con una comune collaborazione continua, ed anche
faticosa, con un coraggio comune ma fuori dal comune, con un'intraprendenza
comune e con una comune volontà di riuscire.
Se
vogliamo uscire da questo pantano, a nostro avviso, occorre dunque avviare seriamente la costruzione di una Nazione europea, e per riuscirci occorre prima di
tutto investire - e molto - sulla ricerca, una ricerca altamente competitiva a livello comunitario, che dia
risultati condivisibili a livello comunitario. Puntiamo quindi a finanziarla
con strumenti specifici, ad hoc, creando a questo scopo, e solo per questo, gli
Eurobond "plus"; siamo convinti che nemmeno l'ostica Germania si tirerebbe indietro.
Facciamo vedere a tutti quanto valgono ancora questi
europei, dimostriamo al mondo intero di non essere figli di un continente vecchio e decadente, ma di un continente antico e
sapiente che ha ancora molto da dire e da insegnare a tutti.
Chissà
se qualcuno ci ascolterà.
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