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domenica 21 ottobre 2012

Petizione al Presidente Napolitano

per salvare gli archivi storici delle pensioni di guerra

Già una volta in passato ci siamo occupati di questo problema (v. il post: Chiusura delle DTEF e destino degli Archivi storici delle pensioni di guerra). Purtroppo sembra che nulla sia stato fatto per porvi rimedio.
Speriamo che non sia già troppo tardi per salvare il patrimonio documentale costituito dagli archivi storici delle pensioni di guerra, speriamo che il Presidente della Repubblica sia ancora in tempo a fermare la frettolosa superficialità del facile smantellamento, a favore di una responsabilità consapevole e costruttiva.
Mettiamo volentieri a disposizione dei colleghi, giustamente preoccupati, uno spazio per dare maggiore visibilità al problema, pubblicando una petizione al Presidente Giorgio Napolitano perché questi archivi vengano dichiarati al più presto "Patrimonio storico documentale protetto".

Ancora una volta, infatti, a prescindere da ogni altra considerazione, sembra sfuggire a molti che quello che apparentemente si presenta come un problema, potrebbe invece rappresentare una risorsa preziosa. A patto di non essere miopi.
Il nostro Presidente, fortunatamente, non lo è. Speriamo che la petizione lo raggiunga.

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Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Con questa petizione si intende richiamare l'attenzione della S.V. sugli archivi relativi alla pensionistica di guerra, la cui integrità e corretta custodia è attualmente minacciata a  causa del duplice ruolo che essi rivestono al tempo stesso, di archivi correnti e di fonte storica per molti versi unica e insostituibile
Essi raccolgono, infatti, documentazione di vario genere relativa a tutti i conflitti che hanno visto coinvolto lo Stato italiano nell'ultimo secolo (vale a dire per due terzi della sua esistenza), ma costituiscono ancor'oggi la base di lavoro per l'attribuzione di benefici di vario tipo previsti dalla normativa vigente in favore di quanti, militari o civili, abbiano subito danni alla salute o alla integrità fisica a causa di tali conflitti ovvero a causa dell'applicazione di norme persecutorie, per motivi politici o razziali (e, naturalmente, in favore dei familiari di tali soggetti).
La presente iniziativa intende segnalare la necessità di contemperare le seguenti contrapposte esigenze:
1.     Salvaguardia e corretta conservazione da un punto di vista storico-documentale del materiale posseduto
2.     Garanzia di esercizio della attività operativa corrente di tipo amministrativo, connessa all'applicazione della normativa vigente;
3.     Tutela della privacy degli interessati e loro aventi causa;
4.     Regolamentazione degli accessi a fini di studio al materiale conservato.
Si tratta di archivi imponenti, non soltanto da un punto di vista qualitativo, ma anche da un punto di vista quantitativo (oltre sei milioni di fascicoli).
In essi è racchiuso infatti uno spaccato di storia italiana che riguarda tutto il Paese, poiché non ha per oggetto soltanto la storia raccontata dalle battaglie e dai trattati, ma anche quella vissuta dalla gente comune, vincitori e vinti: dai “ragazzi del ’99", ai bambini infortunati per aver giocato con ordigni o residuati bellici, a uomini che hanno inseguito la libertà, o creduto di inseguirla, combattendo su fronti opposti, quali i “volontari” e i militari della guerra civile spagnola, o ipartigiani e gli aderenti alla Repubblica di Salò, a persone la cui unica colpa era quella di appartenere alla razza ebraica, ai perseguitati per le loro idee politiche, agli italiani, civili e militari, internati nei campi di sterminio nazisti KZ, ecc.
A parere di chi scrive, le obiettive difficoltà di gestione di archivi di una tale mole e contenenti dati particolarmente sensibili (e proprio per questo motivo, in quanto “archivi correnti”, ancora sottratti, per lo più, all'accesso degli studiosi), giustificherebbero in proposito l'adozione di una misura di carattere eccezionale, per la salvaguardia, la corretta custodia e la catalogazione del materiale, nonché per un accesso regolamentato e rispettoso della privacy di tutti gli interessati e loro aventi causa, da parte degli studiosi.
Al contrario, proprio una serie di misure di razionalizzazione mirate alla ottimizzazione delle strutture destinate ad ospitarli e al risparmio di risorse pubbliche, che prevedono il probabile trasferimento (e forse lo “snellimento” con un pesante ricorso al macero) di tali archivi, minaccia oggi la loro integrità
Per i motivi suesposti i sottoscritti firmatari
CHIEDONO
Alla S.V., in qualità di garante della Costituzione, ma anche di patriota ed ex combattente, di voler assegnare ai suddetti archivi del Ministero dell’economia e delle finanze, relativi alla pensionistica di guerra, la qualifica di "Patrimonio storico documentale protetto", vincolandone pertanto la custodia e la conservazione del contenuto al rispetto di tutte le norme previste nel Codice dei beni culturali e ambientali; assicurandone l'accesso a terzi per motivi di studio e di ricerca soltanto previa accettazione del Codice di autoregolamentazione previsto per gli archivi storici dal Garante della privacy, al fine della salvaguardia della riservatezza dei dati di tutti i beneficiari attuali o potenziali;favorendo tutte le iniziative dirette alla catalogazione e repertazione del materiale a fini di studio; ed infine impedendo la frammentazione degli archivi stessi ovvero il macero della documentazione ritenuta irrilevante a fini amministrativi ma potenzialmente preziosissima a fini storici.
Roma, 2 ottobre 2012
RSU
Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro

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